voto contro tassonomia

Tassonomia UE: l’Europarlamento non ferma il greenwashing con gas e nucleare

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La Tassonomia UE degli investimenti sostenibili va avanti, quindi, con dentro gas e nucleare. L’Europarlamento non ha avuto la compattezza, soprattutto il coraggio, di porre il veto all’Atto Delegato della Commissione Europea che include tra gli investimenti degni di chiamarsi verdi e sostenibili, il gas e il nucleare. Sarebbe servita la maggioranza assoluta dell’assemblea plenaria per bocciarla: ma su 639 presenti hanno votato per bocciarla in 278, 328 per mandarla avanti e 33 si sono astenuti.

Dunque non sono bastati gli stessi tecnici della Commissione, né la furia di molti eurodeputati per i modi e i tempi con i quali la Commissione europea ha mandato avanti l’Atto delegato, né l’essere andati sotto nelle commissioni Affari economici e Ambiente del Parlamento europeo per dare coraggio a un’altra ottantina di parlamentari europei (75 per essere precisi) per bocciarla.

Quali voti e di chi

Molto probabilmente hanno pesato le questioni nazionali(stiche) nella compattezza dei gruppi che infatti hanno visto diverse decine di voti in dissenso (sia da una parte che dall’altra). In modo particolare i francesi assordati dalle sirene del nucleare e anche i tedeschi, dalle sirene del gas. Queste due le lobby più potenti che hanno guidato alla fine la vittoria di

un atto sconsiderato. Non verso gli interessi del proprio paese, ma quel che più conta nei confronti del futuro di tutti, delle prossime generazioni soprattutto.

Nei gruppi della sinistra (Gue/Ngl-Sinistra europea: 41; S&D-socialisti: 154; Verdi/Ale: 74) si arriverebbe a un teorico di 269. Si è arrivati a 278 complessivi voti a favore per il veto, ma con defezioni a sinistra (una ventina) e inserimento a favore da centro e da destra (una sessantina).

Contando che ci sono state in totale 33 astensioni, si sarebbe potuti arrivare pur se a fatica alla maggioranza richiesta per approvare il veto e bocciare questa tassonomia contro il futuro sostenibile del pianeta.

In questa scomposizione si vede chi ha votato come di ciascun gruppo, dove da una parte spiccano i 32 tra contrari e astenuti dei socialisti e 3 tra sinistra europea e verdi; dall’altra, gli 81 a favore della bocciatura e 20 astenuti tra gruppi di destra, centro, liberali e non iscritti.

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Cosa succede ora?

Succede che gli investimenti considerati sostenibili, verdi per dirla alla moda, comprenderanno anche quelli su gas (a certe condizioni comunque facilmente superabili e aggirabili) e nucleare. Poi però tutti a lamentarsi e stupirsi dei record di temperature alte che da mesi stanno affliggendo l’intero emisfero boreale; stupirsi dello scioglimento dei ghiacci in Artide e Antardide; del permafrost canadese; dell’innalzamento del livello dei mari e di temperatura e acidificazione degli oceani; dello sbiancamento quasi integrale dei coralli. In Italia, inoltre, della siccità mai così forte da 70 anni, dei fiumi che il mare sta salinizzando. Delle lacrime di Stato per i morti sulla Marmolada.

Come se fosse tutto scollegato, energia e clima, fonti fossili e disastri. Punti di non ritorno che si stanno superando uno dietro l’altro. Di non ritorno al futuro, parafrasando il noto film degli anni ’80.

Gli anni ’80. Esattamente quelli da quando avremmo dovuto preoccuparci di una situazione che la scienza ci sta dicendo oggi come già da allora, che avremmo dovuto fare altre scelte.

La responsabilità tutta politica di inazione climatica e pessime azioni

E invece oggi, ancora oggi, nonostante tutto, nonostante tutti questi segnali sempre più evidenti di una crisi climatica che sta diventando ingovernabile già oggi, oggi arriva da Strasburgo un voto incomprensibile e soprattutto inaccettabile dei parlamentari europei sulla tassonomia. Sulla tassonoloro, verrebbe da dire.

E la responsabilità è tutta politica, tutta loro. E’ vero l’Atto delegato, sconsiderato quanto si vuole della Commissione europea, era già sballato in partenza. Ma era pur sempre un atto tecnico. Il voto del Parlamento europeo, come tale, è un atto politico. Con piena (ir)responsabilità politica del voto.

E quello che succederà di negativo nei prossimi anni sta tutto lì in queste due immagini del voto di oggi a Strasburgo. Ennesimo atto della politica che, sorda cieca e strafottente, continua con inazione climatica -nei migliori dei casi- o con pessime azioni -come questa-.

Una politica contro il futuro nostro, di tutti, soprattutto di chi verrà dopo. Ricordiamocelo quando ci sarà da esprimere di nuovo un voto: che sempre più sarà contro o a favore del futuro.

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