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Smart Working, cosa serve oggi

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Se durante i primi mesi di pandemia lo smart working era perlopiù considerato uno strumento utile per evitare la diffusione del contagioquella del lavoro agile è oggi una modalità di lavoro sempre più consolidata. La consapevolezza dei benefici che derivano dal potersi gestire l’attività di lavoro senza dipendere dall’essere presente in sede a determinati orari o meno, che gran parte dei lavoratori hanno scoperto con la pandemia, sembra infatti essere sempre più diffusa.

Secondo Arianna Visentini, ad della società di consulenza e innovazione organizzativa per l’adozione di politiche di smart working Variazioni, che ha recentemente condotto la prima indagine a livello nazionale sulle policy di smart working nelle aziende, la “trasformazione nella mentalità delle persone è irreversibile”.  Proprio perché  la volontà delle persone “detterà l’agenda delle aziende”, sembra che lo smart working sarà parte integrante del futuro delle aziende italiane.

Tuttavia, come denotano i risultati dello studio e come Arianna Visentini ha ribadito, il sistema lavorativo in Italia è ancora “obsoleto”. “La rigidità degli orari di lavoro e la designazione del luogo di lavoro” – dice Visentini – è ancora un “elemento imprescindibile e fondante del rapporto di lavoro”.

Lo studio

Intuendo come “l’utilizzo del lavoro agile stia mettendo in evidenza quanto la regolazione dei rapporti di lavoro che fino ad oggi conosciamo sia poco adeguata”, Variazioni, che si occupa del fenomeno da anni, ha rilevato un campione di trecento aziende per investigare gli orientamenti delle imprese rispetto al fenomeno. Uno dei risultati più significativi è che quasi il 40% delle aziende rilevate non hanno una policy sullo smart working, ovvero una cornice generale specificatamente pensata per regolare la possibilità per i dipendenti di lavorare secondo la modalità che meglio li aggrada.

Arianna Visentini precisa come vada evidenziata “una non totale rappresentatività del campione”, dato che le organizzazione prese in considerazione sono quelle che “maggiormente gravitano attorno a Variazioni”, che tuttavia rendono il campione preso in considerazione privilegiato”. La proporzione reale a livello nazionale potrebbe quindi essere ancora più alta.

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