Mani pulite

“Con le mani nella marmellata”, 30 anni fa Mani Pulite

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Tangentopoli e Mani Pulite, 30 anni fa: “E’ stato preso con le mani nella marmellata”.

Questo raccontò il sostituto procuratore Antonio Di Pietro, riferendosi a Mario Chiesa che teneva nel cassetto 7 milioni in biglietti da 100mila lire, somma appena sborsata dal titolare di una ditta di pulizie, costretto a pagare una “bustarella” per ottenere l’appalto.

L’inchiesta “Mani pulite” iniziò così, il 17 febbraio 1992, con l’arresto per concussione del socialista presidente del Pio Albergo Trivulzio di Milano.

Il Pool di Milano

Coordinata dalla Procura guidata da Francesco Saverio Borrelli e dall’aggiunto Gerardo D’Ambrosio e assegnata in prima battuta ai pm Antonio Di Pietro, Piercamillo Davigo e Gherardo Colombo, l’indagine mise sottosopra l’intero Paese.

Dopo quella milanese, una settantina di Procure in tutta Italia avviarono inchieste sulla corruzione nella pubblica amministrazione.

Fra i nomi più eccellenti colpiti dal pool “mani pulite”  Bettino Craxi, primo socialista ad aver rivestito l’incarico di Presidente del Consiglio dei Ministri. Dichiarato latitante il 21 luglio 1995.

Le indagini giudiziarie e giornalistiche che si susseguirono in quel breve ma intenso periodo storico – che durò dal 1992 al 1994 – ebbero come conseguenza il crollo del sistema politico in vigore da un cinquantennio; dai media poi definito Prima Repubblica.

Grandi nomi della politica e dell’industria italiana

Il “periodo di Tangentopoli” fu un momento storico politico molto travagliato. Nessuno venne risparmiato: leader politici, ministri e manager ma anche grossi gruppi la Fiat, l’Eni, la Montedison, l’Enel, l’Olivetti ed anche il gruppo Fininvest. Un sistema consolidato di tangenti venne alla luce e smantellato.

Imprenditori e politici sottoposti ad arresti o avvisi di garanzia, il forte impatto mediatico, portarono ad un clima di indignazione da parte della popolazione, che, però, iniziò anche a credere nella possibilità di vivere in una nuova società, più giusta.

Se le inchieste di Mani Pulite sono riuscite ad  azzerare la Prima Repubblica, non siamo convinti siano riuscite a far cessare l’andazzo di “sporcarsi le mani con la marmellata“.

Cosa è cambiato?

E deve essere un dubbio comune, se anche Enzo Carra, ex portavoce democristiano (oggi all’Udc), uno dei protagonisti, tutti ormai scomparsi o che hanno cambiato vita, scriverà:

Mani pulite fu in ultima analisi un piccolo squarcio nei nostri vizi pubblici e privati; poteva essere una grande occasione per metterli sotto accusa, questi vizi, insieme ai corrotti e ai corruttori. È stata una grande occasione mancata per cambiare le regole e i comportamenti nella nostra società… Con un’eccezionale prova dell’italianissima arte di arrangiarsi il cammino è ripreso come prima, o quasi… Invece di cambiare sistema si è cambiato discorso”.

 

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