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Cambiamento climatico, come riconoscere le fake news

Scienza e ambiente

Sul cambiamento climatico ci sono negazionisti, scettici o persone semplicemente disinformate. È capitato a tutti di prendere parte ad una discussione sulla crisi climatica durante la quale se ne sentono di tutti i colori. Se non si ha tempo e voglia di approfondire, è difficile possedere gli strumenti per difendersi dalla disinformazione.

Ecco allora 10 falsi miti che forse avete sentito e che non si basano su alcuna verità scientifica.

1: Il clima è sempre cambiato

Nel corso dei 4,5 miliardi di anni di storia della Terra il clima è cambiato spesso e ciclicamente. Ma il rapido surriscaldamento globale al quale stiamo assistendo non può essere giustificato da cicli naturali di riscaldamento e raffreddamento. Le variazioni climatiche che normalmente si dovrebbero concretizzare nell’arco di migliaia di anni si stanno verificando in pochi decenni. “L’attuale tasso di emissioni gas serra causate dall’attività umana non ha precedenti negli ultimi 66 milioni di anni”, hanno affermato gli scienziati in uno studio pubblicato su Nature Geoscience. Il tasso di aumento della temperatura è nettamente più veloce di quello dell’ultima estinzione di massa avvenuta circa 56 milioni di anni fa. Dal 2001 infatti si stanno registrando gli anni più caldi di sempre.

2: Fuori fa freddo, allora il riscaldamento globale non esiste

Su questo punto è fondamentale considerare che meteo e clima sono due cose ben diverse. Quando gli scienziati usano il termine riscaldamento globale, o cambiamento climatico, si riferiscono a un ampio cambiamento di temperatura sull’intera superficie terrestre nel corso di decenni. Le condizioni meteo invece possono variare anche bruscamente in aree geografiche e lassi temporali assai più ristretti. Per capire meglio la differenza una buona analogia potrebbe essere: il tempo è il tuo umore; il clima è la tua personalità.

3: Gli scienziati non sono d’accordo sulla causa del cambiamento climatico

Contrariamente alla credenza popolare, gli scienziati sono d’accordo sul fatto che il cambiamento climatico sia causato dalle attività dell’uomo. Varie analisi nel corso degli anni hanno dimostrato che oltre il 90% dei climatologi concordano sul fatto che gli esseri umani siano la causa principale della crisi climatica. Per dare un’idea sul livello di consenso raggiunto, la scienziata del clima del Goddard Institute della NASA Kate Marvel ha dichiarato: “Siamo più sicuri che i gas serra prodotti dall’uomo stiano causando il riscaldamento globale di quanto lo siamo sul fumo come causa del cancro”. Nonostante questo consenso scientifico, secondo un sondaggio solo un americano su 5 comprende che quasi tutti gli scienziati del clima concordano sul fatto che il cambiamento climatico è reale e sia causato dall’uomo.

4: dal Negazionismo al “tanto è troppo tardi”

Dal negazionismo all’inattivismo climatico. Nel corso degli anni la scienza del clima ha incontrato un bel po’ di resistenza da parte dell’industria dei combustibili fossili. Come teorizzato dal climatologo Michel Mann, tra le strategie della lobby dell’industria fossile c’è la tattica “doom and gloom”, cioè cercare di convincere le persone che non c’è più nulla da fare per fermare il riscaldamento globale. Il che potenzialmente spinge a disimpegnarsi o a rifiutare totalmente di affrontare il problema. In realtà come evidenzia l’ultimo report Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC) ci sarebbe ancora tempo per limitare l’aumento di temperatura globale a 1,5°C, ma bisogna agire ora. Con politiche adeguate, infrastrutture e tecnologie che ci consentano di modificare e adeguare i nostri stili di vita si potrebbero ridurre le emissioni di gas serra del 40-70% entro il 2050.

5: I modelli climatici non sono precisi

In climatologia i modelli del clima sono modelli fisico-matematici che descrivono il funzionamento del clima terrestre a livello globale o locale. Già i modelli computerizzati climatici degli anni ’70, ’80 e ’90, erano straordinariamente accurati. Ciò conferisce ulteriore credibilità ai modelli climatici di oggi, molto più avanzati tecnologicamente nella previsione dei cambiamenti futuri. Un recente studio ha valutato 17 proiezioni di modelli climatici pubblicati tra il 1970 e il 2007. I ricercatori hanno scoperto che 14 delle 17 proiezioni erano coerenti con le temperature superficiali osservate nel mondo reale, tenendo ovviamente conto dell’aumento effettivo delle emissioni di gas serra.

6: La transizione energetica è troppo costosa

È opinione comune che l’energia rinnovabile sia costosa e poco produttiva. Ma questo semplicemente non è vero. Dal 2010 i costi dell’energia solare ed eolica sono diminuiti dell’85%. Inoltre il settore Green Energy sta sviluppando nuove tecnologie per immagazzinare elettricità e gestire la domanda nelle ore di punta. Questo significa che anche se il sole non splende o non soffia vento, è comunque possibile fare affidamento sulle fonti di energia rinnovabile. L’Agenzia internazionale dell’energia (IEA) prevede che la crescita della capacità energetica da fonti rinnovabile accelererà nei prossimi cinque anni, rappresentando quasi il 95% dell’aumento della capacità energetica globale fino al 2026.

7: Gli scienziati affermano che il cambiamento climatico distruggerà il pianeta entro il 2030

Gli scienziati del clima sono spesso accusati di fare affermazioni allarmanti sui cambiamenti climatici: “gli impatti saranno catastrofici entro il 2030” o “ci resta solo un decennio per salvare il pianeta”. Nonostante alcuni politici e titoli dei media abbiano utilizzato frammenti di dati scientifici per alimentare l’impressione di un imminente apocalisse, i climatologi non hanno mai previsto questi scenari. Rimanere al di sotto dell’aumento di temperatura di 1,5° è un obiettivo spesso citato come limite necessario per prevenire le conseguenze più gravi del cambiamento climatico. Se dovessimo superare il grado e mezzo, una delle tante conseguenze potrebbe essere la diminuzione del 70%-90% delle barriere coralline. Tuttavia no. Per via della crisi climatica il mondo non esploderà entro 10 anni colpito da un meteorite come nel film Don’t Look Up. Ma più l’azione viene ritardata, più pesanti saranno le conseguenze e più irreversibili saranno i cambiamenti.

8: Le registrazioni delle temperature sono false

Un altro punto di discussione comune tra gli scettici e complottisti del clima è l’inaffidabilità delle registrazioni della temperatura o il fatto che siano addirittura truccate. Potrebbe essere un argomento plausibile se tutta la scienza si basasse sulla raccolta dati di un solo ente. Al contrario esistono diversi organismi indipendenti in tutto il mondo che registrano dati notevolmente coerenti tra loro. Solo per citarne alcuni, queste organizzazioni includono la NASA, il servizio meteorologico del Regno Unito e quello giapponese, nonché il centro europeo per le previsioni meteorologiche.

9: Sono i cambiamenti solari che stanno riscaldando la terra, non noi

È vero che l’intensità variabile dell’energia solare ha determinato cambiamenti climatici a lungo termine come le ere glaciali in un lontano passato. Ma il riscaldamento globale che abbiamo visto negli ultimi decenni è troppo rapido per essere causato dall’attività solare. Per più di 40 anni i satelliti hanno osservato la produzione di energia del sole, che è aumentata o diminuita di meno dello 0,1% durante quel periodo. L’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) ha confermato che il riscaldamento dovuto all’aumento dei livelli di gas serra prodotti dall’uomo è in realtà più impattante di qualsiasi effetto del cambiamento climatico dovuto al sole.

10: La Cina è l’unico responsabile della crisi climatica

La Cina è il Paese che brucia più carbone del resto del mondo ed è il principale emettitore di gas serra, rappresentando quasi il 30% delle emissioni globali. Nonostante questo, Pechino da anni è il maggiore investitore nelle energie rinnovabili e se si considerano le emissioni C02 pro capite (emissioni/numero di persone), in media ogni americano emette il doppio di un cittadino cinese. I maggiori emettitori di anidride carbonica pro capite del mondo sono i principali Paesi produttori di petrolio che si trovano in Medio Oriente: Qatar, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita. Quindi la Cina è solo uno dei tanti responsabili del riscaldamento globale.

Fonte: 3BMeteo Sostenibilità

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