cherosene solare

Volare a emissioni zero: da Synhelion il cherosene “solare”

Scienza e ambiente

Per le prossime vacanze sceglieremo il volo low-cost che emetterà 300 chilogrammi di anidride carbonica a passeggero, o preferiremo fare il bene dell’ambiente con una gita sulla montagna dietro casa? In futuro il cherosene solare potrebbe evitarci questa scelta ardua. Questo carburante sintetico ecosostenibile, infatti, è un probabile protagonista nel processo di decarbonizzazione del settore dei trasporti aerei, responsabile di circa il 25% dell’anidride carbonica emessa ogni anno dall’uomo.

La prima compagnia aerea a utilizzare questo cherosene carbon-neutral sarà la Swiss International Air Lines (Swiss), parte del gruppo Lufthansa, grazie a una nuova collaborazione con Synhelion, una società che “trasforma la luce del sole e la CO2 in combustibile”, come annuncia a chiare lettere nel suo sito web.

La Startup spinoff del Politecnico di Zurigo

Nata come spinoff del Politecnico di Zurigo, Synhelion è stata definita dal co-fondatore Gianluca Ambrosetti una “piccola ma ambiziosa società immersa nelle Alpi svizzere“. Dal 2016 lavora su un processo basato sull’utilizzo di luce solare per produrre combustibile sintetico, o combustibile o cherosene solare. Tramite grandi specchi mobili, detti eliostati, la radiazione del sole viene raccolta e indirizzata a un ricevitore, una “torre solare”. Ciò porta a un aumento della temperatura all’interno del ricevitore: quando questa supera i 1500°C si innesca una reazione che trasforma vapore acqueo e anidride carbonica in una miscela di idrogeno e monossido di carbonio chiamata syngas.

Questo gas viene poi convertito tramite i processi industriali standard in benzina, diesel o carburante liquido per aerei. L’energia in eccesso viene immagazzinata grazie a un accumulatore di energia termica (Tes, thermal energy storage), consentendo un funzionamento continuo 24 ore su 24 e sette giorni su sette, anche in assenza di radiazione solare. “L’intero processo avviene in piena neutralità climatica poiché il combustibile, bruciando, produce la stessa quantità di anidride carbonica necessaria per la sua fabbricazione“, ha spiegato Ambrosetti. L’impronta di carbonio, non influendo sulla concentrazione finale di carbonio nella biosfera, è quindi pari a zero.

Fonte: Wired

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