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Salario minimo, accordo raggiunto tra Consiglio e Parlamento europei

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Il Consiglio europeo attualmente a guida francese e la delegazione negoziale del Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo per una legge sul salario minimo europeo.

La legge non prevede una cifra minima da applicare in tutti i Paesi membri, né l’obbligo per questi di introdurlo per legge. Fissa però

una serie di parametri a cui adeguarsi per fornire salari dignitosi ai propri cittadini.

I punti chiave

Tra i punti più interessanti c’è l’impegno di governi e parti sociali a incontrarsi ogni due anni per aggiornare il valore del salario minimo se si tratta di Paesi che prevedono un salario fisso; l’incontro è fissato invece ogni quattro anni se il salario minimo è legato al parametro del costo della vita. Sempre secondo l’accordo, verrà dato grande peso alle contrattazioni collettive portate avanti da sindacati e parti sociali. Proprio dove la contrattazione collettiva è più radicata, l’istituzione di un salario minimo non sarà imposta per legge da Bruxelles.

Secondo la direttiva “i salari minimi sono adeguati se rappresentano almeno il 60% del salario mediano lordo”.

Per entrare in vigore, la direttiva dovrà essere approvata dalla plenaria del Parlamento europeo e poi ratificata dal Consiglio. In conclusione, dovrà essere recepita dai singoli Paesi membri nell’arco dei prossimi mesi. Spetta quindi all’Italia insieme a Cipro, Austria, Danimarca, Finlandia e Svezia – Paesi senza alcuna regolamentazione in merito – il compito di recepire la direttiva.

Fonte: Consiglio europeo, The Vision

Illustrazione: Ansa

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