Mauro Petriccione

Muore Mauro Petriccione, impronta italiana dell’azione climatica UE

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E’ morto ieri Mauro Petriccione, direttore generale della DG CLIMA, la Direzione Generale per l’Azione climatica della Commissione europea. Ne ha dato notizia il vice presidente esecutivo della Commissione europea, con delega al Green Deal, Frans Timmermans che ha detto di lui:

Tutti i risultati che abbiamo raggiunto negli ultimi tre anni portano le sue impronte digitali e gliene sarò eternamente grato.

Gli ha fatto eco la presidente della Commissione Ursula von der Leyen: Mauro era un collega caro e rispettato. Il suo lavoro gli ha fatto guadagnare rispetto e amicizie in Europa e oltre. In Italia la notizia della scomparsa di Petriccione è stata commentata dal sottosegretario agli Affari europei Enzo Amendola: è stato al centro della rivoluzione economica e sociale del Green Deal europeo e di negoziati complessi sul pacchetto ‘Fit for 55’ che hanno trovato una soluzione lo scorso giugno durante la Presidenza francese del Consiglio Ue. Interlocutore disponibile e apprezzato dai vertici delle Istituzioni europee e da tutti gli Stati membri dell’Ue, Petriccione ha lavorato negli ultimi anni per una transizione climatica equa e per affrontare in maniera pragmatica le sfide industriali e sociali dell’azione per il contrasto ai cambiamenti climatici. Un italiano che è stato motivo d’orgoglio per l’Italia grazie all’alto servizio prestato in favore degli interessi comuni europei.

Un’eredità pesante

Uno degli italiani apprezzati a Bruxelles per la propria grande professionalità e, come spesso accade, poco conosciuto in Italia. Ma la persona che ha dato slancio e impulso all’operatività della Direzione generale tra le più importanti nel futuro dell’Unione europea e, in definitiva, dell’intero pianeta: quella dell’Azione per il clima.

Persona sobria, lontana dai riflettori e dalle telecamere commentava così, nello scorso novembre, la conclusione della COP26 di Glasgow: La storia sarà il giudice supremo del Patto, ma dal punto di vista dell’UE sono convinto che la COP26 sia stata un passo importante nella giusta direzione, in alcuni settori addirittura una svolta, aprendo preziose opportunità di progresso nella lotta per fermare il cambiamento climatico. Le opportunità non sono affatto garantite in anticipo e richiederanno un attento monitoraggio e investimenti significativi, nonché la cooperazione internazionale e, ove necessario, pressioni diplomatiche. Ma, se guardiamo all’intero pacchetto concordato da 197 paesi, il bicchiere è più che mezzo pieno. 

Parole che, da ambasciatore del Patto europeo per il Clima della Commissione, condivido pienamente.

E nonostante l’errore dell’ultimo minuto sulla formulazione, – proseguiva Petriccione – il testo fa, per la prima volta, riferimento alla necessità di ridurre la produzione di energia elettrica a carbone e accelerare la fine dei sussidi ai combustibili fossili. Inutile dire che la comunità internazionale deve fare molto di più in questo prossimo decennio cruciale per salvaguardare il nostro futuro. L’UE proseguirà quindi i nostri sforzi in materia di diplomazia climatica, per coinvolgere i principali responsabili delle emissioni e aumentare le loro ambizioni, per garantire che l’obiettivo 1,5 diventi realtà. Questi sforzi iniziano ora.

Un lungo lavoro e l’azione futura

Sempre commentando il Patto per il clima di Glasgow il dg italiano ricordava che “buone notizie sono emerse dai negoziati sul Regolamento di Parigi, dove è stato finalmente raggiunto un accordo sull’articolo 6 e sulle regole dei mercati internazionali del carbonio, nonché sulla trasparenza della rendicontazione delle emissioni di gas serra.

Questi sviluppi hanno richiesto sei anni di lavoro e sono particolarmente orgoglioso del ruolo dell’UE nel conseguire questo risultato, che promuoverà la cooperazione globale sulla riduzione delle emissioni. L’importanza di questo non va sottovalutata. Indirizzerà gli investimenti verdi nella corsa allo zero netto, in un modo rispettoso dell’ambiente.” Concludendo così:

l’urgenza di agire sulla crisi climatica sta solo crescendo. Dobbiamo fare più progressi in questo decennio. Sono sicuro che insieme potremo essere all’altezza di queste aspettative.

Ecco, speriamo che l’UE in primis possa essere all’altezza nel guidare l’azione climatica mondiale. Purtroppo nei mesi scorsi, con l’approvazione della Tassonomia sugli investimenti sostenibili non siamo andati in quella direzione. E proprio l’esempio da dare al resto del mondo era una delle principali preoccupazioni di Petriccione: La nostra influenza internazionale dipende in larga misura da ciò che facciamo in patria, nella stessa Europa. Dobbiamo quindi continuare ad andare avanti con la transizione verde avviata dal Green Deal europeo.”

La speranza è che chi ne prenderà il posto possa proseguire nel solco del suo lavoro alla DG CLIMA. Non possiamo permetterci più passi falsi, né tanto meno, passi indietro: tutti gli indicatori climatici stanno peggiorando e tutti contemporaneamente. Non possiamo permettercelo, né permetterlo, come Umanità.

Ne va del nostro futuro e di quello del Pianeta.

 

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