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Morto Nicoletti, il secco, il cassiere della banda della Magliana

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Affetto da gravi problemi di salute, Enrico Nicoletti si è spento in una clinica romana all’età di 84 anni. Originario di Monte San Giovanni Campano, in Ciociaria, era considerato dagli inquirenti il “cassiere” della Banda della Magliana, anche se lui ha sempre negato di aver avuto un ruolo nell’organizzazione che s’impose sulla scena criminale romana nella seconda metà degli Anni ’70. Arrestato una prima volta nel luglio del 2011 per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di millantato credito, truffa, usura, falso, riciclaggio e ricettazione, Nicoletti due anni più tardi, a causa delle sue precarie condizioni di salute, fu trasferito agli arresti domiciliari. È stato proprietario di una nota villa romana, Villa Osio, in via Porta Ardeatina a Roma che, una volta confiscata, è diventata la Casa del Jazz.

Nonostante da giovane sia stato un carabiniere, nell’arco della sua vita è stato accusato di gestire capitali sporchi frutto di estorsioni, truffe, usura, che venivano investiti in attività commerciali oppure ripuliti attraverso operazioni finanziarie.

La banda della Magliana è stato anche tema d’interesse della fiction e della cinematografia e la figura di Nicoletti è diventata celebre con il personaggio de “il Secco”, soprannome di Claudio Usignoli, di Romanzo criminale di Giancarlo De Cataldo.

Conobbe Enrico “Renatino” De Pedis nel carcere di Regina Coeli e da lui avrebbe avuto in eredità anche alcune proprietà immobiliari.  De Pedis, considerato l’ultimo capo della banda della Magliana, fu ucciso in un agguato un una via del centro della Capitale nel febbraio 1990. Come sottolinea il magistrato Otello Lupacchini, che a lungo ha indagato sulla Banda della Magliana, Nicoletti era:

Un uomo che ha rappresentato un momento importante dell’attività di collateralismo alle organizzazioni criminali per massimizzarne i profitti, attraverso articolate attività di riciclaggio. Era il collettore di più mondi criminali, con collegamenti indubbi con la politica e la pubblica amministrazione. Chiaramente aveva un tasso criminale molto elevato. Negli ultimi tempi si era improvvisamente eclissato.

Con lui – racconta all’Adnkronos – muoiono probabilmente segreti che si porterà dietro per le attività che ha compiuto, a partire dall’intervento che ebbe nell’ambito del sequestro Cirillo per il pagamento del famoso riscatto. E tanto altro. Aveva rapporti con tutti, con la ‘ndrangheta, con i napoletani, con la Banda della Magliana e associati. Una volta riuscì nell’impresa di mettere intorno ad un tavolo i capi di camorra, mafia, ‘ndrangheta e Magliana.

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