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La tutela dell’ambiente inserita nella Costituzione

Scienza e ambiente

Modificati gli articoli 9 e 41 della Costituzione. Il concetto di ambiente va inteso nell’accezione più ampia possibile ed è accompagnato dalla tutela della biodiversità e degli ecosistemi “nell’interesse delle future generazioni”. Inserita anche la tutela degli animali. Palazzo Chigi: “Giornata storica”.

Lo scorso 8 febbraio la Camera ha approvato in seconda lettura con 468 sì, 1 no e 6 astenuti la legge costituzionale che introduce la tutela dell’ambiente nella carta fondamentale della Repubblica. Entrano subito in vigore le modifiche agli articoli 9 e 41.

Tutela dell’ambiente in Costituzione: cosa cambia

L’articolo 9 della Costituzione fa parte dei principi fondamentali e, nella vecchia versione, enunciava il solo principio della tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico della nazione. L’aggiunta di un nuovo comma attribuisce alla repubblica anche la tutela dell’ambiente e cita espressamente i diritti delle generazioni future. Inoltre, introduce un principio di tutela degli animali.

Il nuovo articolo 9 della Costituzione recita:

“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.”

Accostando al concetto di ambiente anche biodiversità ed ecosistemi lo si intende in un’accezione molto ampia e si prova ad uscire dai binari di una visione esclusivamente antropocentrica. L’ambiente non è solo “l’ambiente dell’uomo”, e la sua conservazione non è riferita all’utilità che ne deriva per gli esseri umani ma è assimilabile a un valore in sé.

Importante il riferimento alle generazioni future, che introduce per la prima volta in Costituzione un concetto simile. Un punto, questo, su cui fanno leva molte cause legali contro Stati europei per inazione climatica. Da oggi nuovi, potenziali contenziosi per accelerare la riduzione delle emissioni e la transizione ecologica hanno un appiglio in più.

Infine, il passaggio sulla tutela degli animali viene introdotto nella forma di una riserva di legge statale. La Repubblica, cioè, è chiamata a tutelare gli animali e lo Stato deve determinare per via legislativa le forme e i modi. Su questo punto, la discussione tra Camera e Senato ha scartato una formulazione alternativa che si riferiva agli animali come “esseri senzienti” riprendendo un passaggio del trattato di Lisbona fondativo dell’UE.

L’Art.41

Passando all’articolo 41 della costituzione, la nuova versione recita:

“L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali.”

All’articolo che disciplina l’iniziativa economica, la legge costituzionale aggiunge due nuovi vincoli: è libera, ma non può danneggiare la salute e l’ambiente. Questi due concetti vengono quindi elevati allo stesso piano di altri principi fondamentali, espressi in questo articolo, come la sicurezza, la libertà e la dignità umana. Un’aggiunta che discende e dà corpo alla modifica dell’articolo 9.

Modifica della Costituzione, le reazioni

“Siamo il quinto paese al mondo” a inserire in Costituzione la tutela degli animali, oltre alla tutela dell’ambiente, ha sottolineato il presidente della LAV Gianluca Felicetti. Mentre WWF e Legambiente chiedono che si dia subito attuazione al nuovo testo costituzionale. “Per dare concretezza a questi passaggi è ora necessario definire un sistema normativo organico e innovativo a tutela della natura d’Italia”, commenta Donatella Bianchi del WWF. “Il nuovo assetto costituzionale rafforza significativamente il principio della sostenibilità, sin qui trattato solo in termini di dottrina e giurisprudenza”.

Per Stefano Ciafani di Legambiente l’Italia adesso deve passare “dalle parole ai fatti affrontando con più decisione e concretezza i grandi temi ambientali”, a partire dalla “lotta alla crisi climatica e dalla diffusione degli impianti a fonti rinnovabili”, senza dimenticare altre riforme necessarie “come l’introduzione dei delitti contro la flora e la fauna che ancora manca all’appello”.

Fonte: Rinnovabili.it

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