L'Europa della tassonomia

Voto sulla Tassonomia UE: l’Italia peggiore nell’Europa peggiore

sPunti Di Vista

Sul voto del Parlamento europeo di ieri, relativo alla risoluzione per bocciare la tassonomia UE sugli investimenti sostenibili (B9-0338/2022) includendo gas e nucleare tra le attività, siamo oggi in grado di fare qualche analisi di maggior dettaglio. Dettaglio che ci mostra l’Italia peggiore nell’Europa peggiore.

L’Italia, infatti, complessivamente ha votato a traino della “Francia nucleare” e insieme ai Paesi dell’est europeo, delle repubbliche baltiche (ma non la Lituania) e della Finlandia. Poteva essere, questa, l’occasione per porsi all’avanguardia europea dell’Europa “green”, e invece. Invece il quadro complessivo si mostra nell’immagine copertina dove in verde ci sono gli Stati che hanno votato a maggioranza per bocciare l’Atto Delegato della Commissione europea (a favore cioè della proposta di veto) e in rosa/rosso quelli che a maggioranza hanno votato per mandarla avanti.

Tassonomia, voto Paesi %
Il voto degli Stati in percentuali

Il voto in Europa

L’Europa dunque, o meglio l’Italia in Europa. Come si vede dalla scomposizione del voto percentuale dei singoli Stati, c’è stata un’Europa che ha detto no a gas e nucleare come investimenti sostenibili: Lussemburgo, Portogallo, Austria, Germania, Spagna, Belgio, Danimarca, Irlanda, Svezia, Olanda e Grecia (con percentuali dal 100 verso il 50). E c’è stata un’Europa per la quale va tutto bene. Capitanata dalla Francia che di fatto ha spinto sul nucleare (e ora è più chiaro a tutti anche perché: vuole passare di nuovo al 100% in Edf che produce energia dai reattori): Lituania, Italia, Finlandia, Cipro, Francia, Ungheria, Slovenia, Repubblica Ceca, Bulgaria, Polonia, Romania, Slovenia, Malta ed Estonia (con percentuali che vanno dal 50 al 100, la Romania).

 

Voto sulla tassonomia seggi
Il voto sulla tassonomia UE in seggi

 

Guardando invece i seggi, si vede la spaccatura che si è creata dai Paesi principali e con il maggior peso in termini di seggi: La Germania che ha votato a favore ma con una discreta contrarietà (che è stato il rovescio della medaglia della Francia nucleare: la Germania del gas), insieme alla Spagna da una parte; Italia contraria a maggioranza, insieme alla Francia, Polonia e Romania dall’altra.

La differenza nel voto in dissenso del gruppo dei Progressisti (S&D) ha seguito la tendenza europea. Dei 21 voti contrari, infatti, gli eurodeputati hanno seguito il voto della maggioranza del proprio Paese, come già ipotizzato ieri e si vede dal diagramma qui sotto.

Il voto contrario dei Progressisti
Il voto contrario dei Progressisti europei (S&D)

 

L’Italia peggiore

E arriviamo all’Italia, per chi scrive l’Italia peggiore. L’Italia ha 76 parlamentari e di questi 6 non hanno votato (Berlusconi, Calenda, Pisapia, Patriciello, D’Amato e Bonfrisco). Per il resto, 28 hanno votato a favore, 40 contro e 2 astenuti.

Italia e tassonomia
il voto degli europarlamentari italiani

 

E qui, però, qualche considerazione è d’obbligo. Nel voto italiano, spicca da un lato il voto a favore (per bocciare la tassonomia UE con gas e nucleare) in blocco dei parlamentari PD (16), Verdi (3) e SVP (1); a favore anche 6 dei 5stelle su 8 (2 contro) cui si sono uniti in dissenso rispetto ai propri partiti/gruppi 1 da Forza Italia e 1 indipendente (iscritto al gruppo di Renew Europe, i liberali di Macron per capirci).

Dall’altro, il voto contrario (alla bocciatura della tassonomia UE ) di Lega e Fratelli d’Italia, oltre che della quasi totalità di Forza Italia, e quindi nessuna cosa di rilievo (le posizioni negazioniste o pro nucleare e gas sono ben note), cui si è unito il voto di Italia Viva. Che anche in Europa, quindi, in questa importante occasione si è unita alla destra centrista e (quel che è peggio) estrema.

Per il resto, le due astensione nei 5stelle (mah!) e il non voto di Calenda, di cui sono note le uscite italiane sul nucleare d’altra parte.

Il voto degli italiani in UE
Il voto degli italiani nel Parlamanto UE

 

Le prospettive della politica italiana

Questo quadro disegna uno spaccato politico italiano di tutto rilievo per l’elettorato nazionale. Che sempre più dovrà votare cercando di comprendere bene quelle che sono le posizioni su questioni nazionali, su quelle che sono questioni europee (come questo voto) e che di fatto (la questione climatica, su cui questo voto inciderà nei prossimi decenni, checché se ne possa dire o pensare) non sono più neanche più solo continentali.

Ma che incideranno a livello globale, visto che molti guarderanno a questa scelta dell’UE che voleva essere di avanguardia e di leadership climatica e che, invece e purtroppo, ha fatto una scelta di comodo. Trainata da Francia e in parte dalla Germania e dei rispettivi interessi nazionali, cui sono andati dietro come un gregge un po’ tutti quelli che hanno votato contro senza neanche pensarci bene poi tanto. Illusi e irretiti dalle sirene del gas e del nucleare.

Quali alleanze, pertanto pensa di fare il maggiore partito nel campo del centro-centro-centro-sinistra? Racimolare quei pochi voti e punti percentuali di ondivaghi alla Calenda o chi strizza l’occhio a destra come Renzi? La domanda di radicalità è forte in tutto il mondo. Ma se le considerazioni sono queste non (si) andrà molto lontano.

E qualche riflessione, comunque, va fatta anche sulla qualità e la selezione dei parlamentari che mandiamo a Bruxelles.

Per l’interesse del Paese, cioè di noi tutti che dovremmo essere rappresentati non solo nei parlamenti (nazionale ed europeo) ma nel mondo di domani.

 

 

Tutti i dati esaminati in questo articolo sono tratti dall’osservatorio sul parlamento europeo e relativa piattaforma: MEP Watch

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *