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I mondiali in Qatar sono sostenibili? Intanto, rischiamo di arrivarci infreddoliti

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Dopo che, per anni, si sono moltiplicate le denunce di associazioni e ong sul trattamento di migliaia e migliaia di lavoratori migranti costretti ad edificare stadi e altre infrastrutture in vista della kermesse sportiva relativa ai mondiali in Qatar, ora di colpo sembra si tenti il colpo di spugna.

La Coppa del mondo organizzata dalla nazione mediorientale ha ottenuto la certificazione “ISO 20121”, che viene concessa per le buone pratiche ambientali e sociali nel mondo dello spettacolo. Gli organizzatori, ovviamente, hanno sbandierato la cosa come una grande vittoria. Al di là della vicenda specifica, ciò che appare davvero, davvero necessario è capire quale metodologia possa essere mai stata utilizzata da chi ha concesso la certificazione. Forse così capiremmo in che direzione vada riformato il settore (perché che vada riformato, il caso dei mondiali in Qatar ce l’ha “certificato”…).

Alla Coppa del mondo rischiamo di arrivarci infreddoliti

Come noto, per la prima volta la competizione si giocherà d’inverno. E alcune nazioni rischiano di trovarsi in grande difficoltà. In Francia i colossi Engie, EDF e Total hanno lanciato un appello ai consumatori, chiedendo di centellinare l’uso di carburanti ed energia elettrica. Gli amministratori delegati delle tre aziende hanno spiegato che «la migliore energia resta quella che non consumiamo. Serve un’azione collettiva e individuale per ciascuno di noi, ciascuno consumatore, ciascuna impresa. Dobbiamo cambiare i nostri comportamenti e limitare immediatamente i consumi».

Altrimenti a partire dall’autunno se ne pagheranno le conseguenze. «Ma come – chiederete – la Francia almeno dal punto di vista dell’approvvigionamento elettrico non era al riparo poiché produce i tre quarti della propria energia grazie al nucleare?». Ebbene no, perché più della metà dei reattori è bloccato per problemi di sicurezza e altre ragioni.

Intanto, a gioire sono i colossi del carbone

Mentre uno studio firmato da economisti del Fondo monetario internazionale ha quantificato con precisione i benefici sociali e finanziari che garantirebbe un’uscita rapida dalla fonte fossile più inquinante in assoluto, i governi vogliono tirarla fuori nuovamente dal cilindro di fronte all’aumento dei prezzi delle materie prime. Così, gli ultimi produttori occidentali del minerale hanno centrato risultati eccezionali. E pazienza se chi oggi brinda nei board aziendali sta condannando le future generazioni.

Fonte: Valori.it

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