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I “funghi magici” contro la depressione

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Il composto allucinogeno presente nei “funghi magici“, la psilocibina, potrebbe aiutare a combattere la depressione, creando un cervello iperconnesso. 

Secondo un nuovo studio, condotto da Center for Psychedelic Research dell’Imperial College London e pubblicato sul ul New England Journal of Medicine, la sostanza psichedelica può aiutare le persone depresse a evadere da schemi rigidi e negativi, aumentando la connettività tra le due aree del cervello. 

Ulteriori ricerche hanno suggerito che questo composto può essere un trattamento efficace contro la depressione, se somministrata sotto la supervisione di specialisti nella salute mentale.

Il nuovo studio ha sondato in modo più dettagliato su come lo pscichedelico funziona riguardo i sintomi delle persone depresse. Per fare ciò, il team ha raccolto scansioni cerebrali di 60 pazienti che avevano partecipato a studi clinici per la terapia con psilocibina; queste hanno rivelato cambiamenti distinti nel cablaggio cerebrale dei pazienti che sono emersi dopo aver assunto il farmaco.

Depressione, i funghi magici potrebbero curarla

Gli individui con una buona funzione cognitiva e un benessere generale tendono ad avere cervelli altamente connessi. 

Al contrario, le persone depresse hanno un cervello che tende a funzionare a scomparti separati.

Questo tipo di organizzazione mina la capacità del cervello di passare dinamicamente tra diversi stati mentali e modelli di pensiero. 

Lo studio supportava l’idea che la psilocibina potesse alleviare i sintomi depressivi, almeno in parte, aumentando la connettività tra le diverse reti cerebrali. 

Gli esiti dell’esperimento sono stati subito “promettenti”.

Come ha spiegato Sky News, le persone trattate con il principio attivo dei funghetti hanno mostrato miglioramenti significativi soprattutto nella loro capacità di provare piacere ed esprimere emozioni. Inoltre, hanno riscontrato un calo di ansia e di tendenze suicide, con una maggiore sensazione di benessere. L’unico effetto collaterale è stato il mal di testa dopo ogni somministrazione.

Detto questo, saranno necessari ancora ulteriori studi per replicare i risultati e convalidarli.

Fonte e approfondimenti Focustech

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