Il Padrino

Francis Ford Coppola riscrive interamente Il Padrino 3

Cult

Nuovo montaggio e nuovo titolo con un omaggio a Mario Puzo

Francis Ford Coppola riscrive dall’inizio al finale uno dei suoi film più discussi. Trent’anni dopo esser stato scorticato dalla critica all’uscita del “Padrino-Parte Terza”, Francis Ford Coppola ha rimesso mano a “Il Padrino-Parte Terza”, l’ultimo capitolo della trilogia cambiandone il titolo e il finale. Si è trattato di un lavoro messo in piedi a trent’anni dall’uscita del film, che non fu accolto in maniera entusiastica dalla critica che, invece, aveva amato visceralmente i primi due episodi della saga dei Corleone.

Per il ritorno alla ribalta a partire da questo fine settimana, Coppola ha modificato anche il titolo. “Mario Puzo’s The Godfather Coda: The Death of Michael Corleone” rende omaggio allo scrittore e co-sceneggiatore ripristinando quello scelto da entrambi e che fu invece cambiato dalla Paramount per richiamare il successo delle prime due pellicole.
L’81enne regista ha fatto ritocchi ovunque per chiarire la trama imperniata sui temi della mortalità e della redenzione.
“Coda” comincia adesso andando “in medias res” con la scena in cui Michael Corleone (Al Pacino) negozia un prestito multimilionario con la Banca Vaticana, mentre alla fine, anziché far morire l’anziano Padrino, il nuovo montaggio lo mostra vecchio ma vivo: “Quando i siciliani ti augurano ‘Cent’anni’…significa ‘lunga vita’…E un siciliano non dimentica mai”, si legge sullo schermo prima dei titoli di coda.

Il nuovo finale lascia Michael Corleone in un ‘purgatorio’ di sua totale creazione: “Lasciare Michael in vita è la vera tragedia”, ha commentato Al Pacino dando, assieme a Diane Keaton (la moglie di Michael, Kay Adams), il suo imprimatur al “director’s cut”.

Il film, uscito nel 1990, dopo i primi due capitoli che ebbero un successo clamoroso conquistando ben 9 Oscar e degli incassi incredibili, fu considerato una delusione sia per i fan che per la stampa. Coppola era stato chiamato a dirigere il film dopo il flop di  “Cotton Club” e il musical “Un Sogno Lungo Un Giorno”. Il regista al New York Times ha dichiarato: “Avevo bisogno di soldi per uscire da una crisi in cui avevo perso quasi tutto”, questo lo portò a dover realizzare in poco tempo il film e fu penalizzato per alcune scelte, come quella di far interpretare a sua figlia Sofia, il ruolo di Mary, che sarebbe dovuto andare a Winona Ryder, che poi diede forfait.

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