Voyager

Dopo 40 anni, le sonde Voyager fanno ancora scoperte nello spazio

Scienza e ambiente

Gli appassionati di fantascienza, di Star Trek in particolare, la ricorderanno come protagonista del primo film della serie: il capitano Kirk, il dottor Spock e tutta la squadra erano alla ricerca di una presenza, il V’ger. Alla fine scoprirono che non era altro che una sonda Voyager.

Ebbene, le due sonde spaziali Voyager (1 e 2) tra le più note al grande pubblico, non solo a studiosi e ad appassionati di astronomia, dopo 40 anni rispetto al loro lancio, continuano ad essere incredibilmente in funzione.

Non solo. Nonostante abbiano varcato il sistema solare da 7 anni (la Voyager 1 nel 2013) e 2 anni (la Voyager 2 nel 2018), navigando in quello che viene chiamato mezzo interstellare (il materiale rarefatto costituito da gas e polvere che si trova tra le stelle all’interno di una galassia), i due viaggiatori sono ancora fonti di scoperte astronomiche e astrofisiche.

Come riporta, infatti, un recente studio pubblicato sull’Astronomical Journal le due sonde Voyager hanno rilevato raffiche di elettroni di raggi cosmici, accelerati da onde d’urto originate da grandi eruzioni solari.

Con tale scoperta, i fisici potrebbero essere aiutati a comprendere meglio le dinamiche alla base delle onde d’urto e della radiazione cosmica che provengono dai brillamenti stellari e dalle stelle che esplodono.

Questi fenomeni e la loro fisica sono importanti da comprendere per inviare astronauti per escursioni lunari o (quando sarà, in futuro) marziane prolungate. Potrebbero essere, infatti, esposti a concentrazioni di raggi cosmici ben superiori a quelle che sperimentiamo abitualmente sulla Terra.

 

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