sanificazione

Qual è la differenza tra “sanificazione” e “disinfezione”? Risponde la Crusca

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Sebbene usati in relazione all’eliminazione del Covid, i due termini non sono considerati appropriati per indicare le pratiche di igiene degli ambienti. Sono invece adatti nei casi in cui si parli di insetti, erbe infestanti, al limite anche di roditori e volatili.

Negli ultimi mesi sono state oggetto di discussione, analisi e perfino regolamentazione alcune delle nostre quotidiane abitudini di igiene personale e domestica.

L’incertezza circa le modalità di trasmissione del nuovo coronavirus ha portato gli esperti di virologia e malattie infettive (e di conseguenza anche le autorità istituzionali) a mettere in atto un’opera di sensibilizzazione circa una più prudente profilassi per scongiurare il contagio anche attraverso la mediazione delle superfici degli oggetti e della densità dell’aria. Le incertezze sulle modalità di trasmissione del virus sono tante e tali da indurci ad adottare sempre e comunque le nuove strategie di igiene, ormai codificate e ritualizzate sia presso ogni singolo individuo (dall’uso di gel igienizzanti alla detersione attenta e accurata delle mani e delle parti maggiormente esposte a un eventuale contagio), sia presso gli ambienti domestici e non (le superfici e i sistemi di aerazione di ospedali, ristoranti, negozi, ecc.).

In questo contesto è cresciuto l’uso di verbi come sanificare e sanitizzare, disinfettare e disinfestare e dei relativi sostantivi sanificazione, sanitizzazione, disinfezione, disinfettazione e disinfestazione e ciò fa nascere legittimi dubbi sul loro utilizzo e sui diversi e specifici significati dei vari termini.

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